Ecco cosa troverai in questa pagina
Il disturbo narcisistico, caratterizzato da un forte senso di auto importanza, e dal bisogno di essere validati ed ammirati, come molti disturbi della personalità, può interferire negativamente nei rapporti interpersonali. Nelle relazioni, in particolare, la carente empatia del narcisista può diventare il fulcro di problemi. Generalmente in amore il narcisista, grazie alla sicurezza di sé e al bisogno di piacere, fa una buona impressione sull’altro, che permette di iniziare una relazione con facilità ed in maniera positiva. Il soggetto affetto da disturbo narcisistico, tuttavia, tende spesso ad esercitare comportamenti maligni e manipolatori nei confronti del partner, minando l’autostima dell’altro e utilizzando la critica in maniera distruttiva. Spesso, si verificano relazioni di dipendenza affettiva nei confronti del narcisista, il quale tende a far sentire il proprio partner fragile, insicuro, immeritevole d’affetto, e pertanto ogni attenzione mostrata dal soggetto narcisista sarà ricevuta come validazione.
Vediamo in cosa consiste il disturbo narcisistico, quali sono le cause, e come la sua disfunzionalità si presenta nelle relazioni sentimentali.
Il disturbo narcisistico di personalità è un disturbo che di solito si manifesta nella prima età adulta dell’individuo, nella fascia d’età tra i 18 e i 25 anni. Si definisce “di personalità” poiché accompagna tutto il percorso di vita dell’individuo attraverso dei tratti, dei comportamenti e delle modalità di relazionarsi con il mondo guidate appunto dal disturbo.
Il termine “narcisismo”, di origine greca, indica una propensione ed un interesse relativo al sé che comporta una problematicità nei confronti della relazione con l’altro, poiché la persona che presenta diagnosi di disturbo narcisistico di personalità non riesce ad integrare aspetti empatici e di attenzione emotiva nei confronti di sé e di conseguenza dell’altro. Questo aspetto provoca inevitabilmente una caratterizzazione dei rapporti e della visione di sé (immagine di sé) alterata e non adeguata a livello sociale, interpersonale e individuale.
I sintomi elencati nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali descrivono una persona con disturbo narcisistico come scarno di aspetti emotivi ed empatici soprattutto a livello interpersonale.
In particolare, il narcisista:
Molto spesso il narcisista viene definito con termini negativi e denigranti. È importante invece prestare attenzione alle cause dell’esordio di questo particolare aspetto patologico di personalità, poiché la manifestazione sintomatologica della persona narcisista nasconde una fragilità dell’io e dell’immagine di sé che ha radici profonde.
Spesso, le persone che manifestano un disturbo narcisistico hanno vissuto una infanzia caratterizzata da attenzioni anche eccessive da parte dei genitori, ma non empatiche, e che non rispondevano ai bisogni profondi di accettazione e riconoscimento del bambino. Spesso infatti, l’infanzia del narcisista è contrassegnata da relazioni con le figure di riferimento mantenute più o meno stabili dalla capacità performante dell’infante.
L’abuso che sperimenta la persona narcisista non è evidente ma ha la stessa valenza e sofferenza di un abuso fisico, perché quello che egli sente è la completa disattenzione empatica che i genitori hanno nei suoi confronti. La maggior parte degli adulti narcisisti descrivono ad esempio, in terapia, situazioni in cui si sono sentiti difettati, sbagliati, non meritevoli di amore nel momento in cui non adempivano ad un compito o a dei canoni di bravura, bellezza, presenza definiti in modo rigido e non amorevole da parte dei genitori. Un adulto narcisista è stato banalmente un bambino che per essere “visto” e riconosciuto come meritevole di attenzioni e amore, ha dovuto dimostrare di essere bravo, performante, piacente, intelligente, senza quindi aver mai sentito di meritare amore in modo incondizionato, per esistere. Il futuro narcisista ha quindi imparato che per essere riconosciuto e quindi amato, ammirato, deve essere performante, diverso e superiore a tutti. È automatico immaginare quanto sia difficoltoso per queste persone accettare la naturale imperfezione umana e quanto questa imperfezione possa attivare la sensazione di essere minacciati dalla possibilità di essere continuamente disconfermati, senza aver imparato a regolarizzare le proprie legittime emozioni conseguenti ad un fallimento di qualsiasi tipo.
Altre dinamiche alla base dell’esordio del disturbo narcisistico possono essere le relazioni genitoriali invischiate: relazioni in cui ad esempio, uno dei due genitori o entrambi, definiscono il proprio figlio come “unica fonte di vita, di salvezza” comportando quindi una sensazione di onnipotenza nel figlio che però non è altro che lo specchio dell’impotenza nel momento in cui puntualmente il bambino e il giovane adulto non riuscirà mai a riabilitare e a procurare un benessere completo ai propri genitori, poiché appunto non può ragionevolmente “salvare” la persona da cui è dipendente ed impotente.
Le relazioni intraprese dal narcisista saranno quindi guidate da una continua richiesta di ammirazione ed attenzione che non risponderà alle esigenze profonde del proprio partner. Il narcisista non ha imparato ad amare ed essere amato nella sua totalità, accettando ed integrando i propri limiti e le proprie risorse e di conseguenza non riuscirà ad accettare i limiti umani dell’altro, che si sentirà continuamente messo alla prova per rispondere ad un ideale di perfezione impossibile da raggiungere e soprattutto scarno da un punto di vista emotivo/affettivo.
Molto spesso sarà difficile per la persona narcisista accettare un compromesso, poiché significherebbe fallire e comporterebbe l’attivazione della propria fragilità profonda che viene continuamente nascosta da atteggiamenti prepotenti e performanti.
Altrettanto difficoltoso sarà per il partner della persona con narcisismo interfacciarsi con una realtà distorta caratterizzata da una mancanza di empatia e di comprensione profonda dei bisogni personali di affetto, accettazione, attenzione, spesso sintomo di un amore non corrisposto, nonché non lasciarsi scalfire dagli atteggiamenti del narcisista che può dimostrarsi anche maligno in amore nei confronti del partner, sminuendo, criticando, e logorando il rapporto e l’altro, che può sentirsi così inadeguato ed inferiore all’interno della coppia.
Nella relazione con il narcisista chi soffre non è mai soltanto il partner poiché inevitabilmente anche il narcisista si scontrerà con la fallibilità di se stesso, condizione umana e imprescindibile che però egli stesso non si concederà.
Si distinguono due tipologie di narcisismo: overt e covert, postulate da Wink, che differenziava tra il narcisista dalla forte autostima, intollerante alle critiche, ovvero il narcisista overt, ed il narcisista covert, sensibile alle critiche, dalla bassa autostima. Altre tipologie, che sottendono simili dicotomie, distinguono invece la categoria narcisista arrogante/timido, come teorizzata da Ronningstam, narcisista exhibitionist/closet, ovvero esibizionista/ritirato, inconsapevole/ipervigile, come proposto da Gabbard. Nelle relazioni, entrambi i comportamenti possono essere disfunzionali, dato che entrambi richiedono costanti ammirazioni da parte degli altri e presunzione che tutto sia loro dovuto, e tendono alla manipolazione e all’ignorare le esigenze del partner. Il narcisista covert nelle relazioni manifesta ansia e paura dell’abbandono, si mostra introverso e sensibile alle critiche, camuffando i sintomi del proprio disturbo con la timidezza e la falsa modestia, mentre il narcisista overt in amore ha un atteggiamento sicuro ed estroverso, mostrando scarsa considerazione dell’altro, denigrazione, e sete per il comando ed il potere.
Il miglior trattamento per il narcisismo è la terapia di coppia, in particolare la consulenza di coppia ad orientamento sistemico relazionale.
Il supporto terapeutico è indispensabile in queste situazioni, non solo alla coppia che inevitabilmente sperimenta diverse forme di crisi e difficoltà, ma anche al singolo individuo che ha bisogno di intraprendere una vera e propria ricostruzione interpersonale dell’immagine di sé, dell’idea di amore, delle relazioni interpersonali.
La consulenza si struttura attraverso una fase iniziale di raccolta di informazioni riguardanti l’inizio della relazione, le dinamiche sperimentate nella famiglia di origine da parte di entrambi per comprendere e ricostruire insieme quali sono stati gli atteggiamenti e le relazioni che hanno predisposto la manifestazione del disturbo e come questi sintomi si manifestano ad oggi in coppia. Molto spesso, se la terapia è di coppia, si richiederanno anche consulenze individuali per meglio comprendere quali siano state le cause profonde alla base dell’esordio e anche quali siano le caratteristiche che fanno sì che il partner “scelga” di proseguire una relazione così difficile con un narcisista. Nella coppia non esistono colpe e soprattutto non esiste una persona che ha maggiori problematicità dell’altro. Esistono incastri che, seppur disfunzionali, si sposano e continuano a mantenere attiva l’idea che si ha di sé e l’immagine che si è costruiti di sé e di sé in coppia che proviene da radici profonde della famiglia di origine.
In questo modo, con l’aiuto dello psicologo, si cercherà di comprendere cosa ci si aspetta dall’altro e quanto l’aspettativa è consona con la realtà e la dinamica di coppia e quanto invece è guidata da aspetti irrisolti della propria infanzia che le persone cercano in modo fallimentare di riabilitare nella relazione di coppia.