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Crisi di coppia dopo la nascita di un figlio

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Crisi di coppia dopo la nascita di un figlio

Cosa si intende per coppia

Perché può avvenire una crisi di coppia dopo la nascita di un figlio? Iniziamo definendo cosa è la coppia nella realtà! La relazione di coppia può essere definita come una delle relazioni interpersonali più complesse che esistano. La sua complessità è dettata da uno scambio estremamente intimo tra due individui che procura un avvicinamento molto forte e, allo stesso tempo, una definizione dei propri bisogni individuali e relazionali con l’altro.

Il paradosso sta nel cercare di trovare un punto di incontro costante e mutevole, come appunto, siamo mutevoli noi esseri umani, tra la dimensione individuale e la dimensione di coppia.

Nell’articolo mi soffermo sulle dimensioni che caratterizzano la formazione di una coppia, entità a sé stante e scissa da qualsiasi altra relazione d’affettività esistente.

La costituzione della coppia presenta una caratterizzazione molto particolare perché differente da una relazione amicale o familiare, per via della presenza di una attrazione e di un’attività sessuale desiderata e finalizzata al piacere personale e dell’altro. Un altro aspetto opposto rispetto alle altre relazioni affettive esistenti è la possibilità di unire fisicamente ed affettivamente se stessi per dare forma al proprio amore attraverso la nascita di un figlio: un piccolo essere vivente che presenterà i geni di entrambi i propri genitori e che quindi sarà il “frutto” dell’amore della coppia.

È in questo caso che la coppia introduce una nuova dicitura di sé definendosi coppia genitoriale.

Cosa comporta, nella coppia, la nascita di un figlio

Nella coppia si è in due, ma cosa succede quando la coppia introduce una nuova caratterizzazione evolutiva e si impegna per diventare una “coppia genitoriale”? Avviene sempre una crisi di coppia dopo la nascita di un figlio?

Nella maggior parte dei casi, la decisione di avere un figlio presuppone, secondo l’ideale comune, la possibilità di affrontare un momento di grande gioia e di capacità di essere in sintonia tale da spalancare le porte della “stanza per due” ad un terzo individuo.

La verità è che avere un figlio ed inserirlo nella relazione di coppia non è semplice, presuppone un impegno ed una integrazione molto attenta di un ruolo nuovo definito dalla nascita e dalla presenza di un terzo elemento d’amore che con-dividerà la relazione tra e con i due partner.

Data questa complessità, spesso ci si ritrova a dover fare i conti con la manifestazione di una crisi dettata proprio da questo mutamento relazionale, senza rendersi conto delle motivazioni alla base della problematicità e quindi, continuando involontariamente ad alimentare la difficoltà di coppia.

Di conseguenza la con-divisione, se non elaborata con attenzione e integrando all’interno del vissuto il piano individuale, relazionale, genitoriale, co-genitoriale, potrebbe comportare una divisione ed un allontanamento della sintonia della coppia.

I fattori alla base della crisi di coppia genitoriale

I possibili fattori (alcuni maggiormente frequenti) alla base della manifestazione della crisi di coppia dopo la nascita di un figlio possono essere elencati quanto segue:

  • Il cambiamento degli equilibri presenti all’interno del nucleo di coppia che fino a quel momento erano gestiti tenendo conto di due esseri viventi, e che dal momento della nascita del piccolo sarà necessario integrare con un terzo protagonista;
  • Paura e preoccupazione circa la sensazione di incapacità personale di incarnare il ruolo di genitore. In questo caso spesso mi ritrovo ad interfacciarmi con coppie in cui si presentano uno o entrambi i protagonisti in una situazione di forte ansia e tensione dovuta alla continua paura di sbagliare nei confronti del figlio e di conseguenza di essere giudicato come inadeguato sul piano genitoriale.
  • Problematiche di natura gestionale come un lavoro che comporta un investimento di tempo alto, difficoltà da un punto di vista economico, difficoltà nel crescere soli il figlio per assenza di figure di supporto esterno, …
  • Sbilanciamento del piano di attenzione che prima era rivolto solo al partner e che attualmente presuppone un dover “fare i conti” con una terza figura che, soprattutto nei primi anni di vita, richiede un’attenzione focalizzata a sé e costante con spesso trascuratezza fisiologica della relazione di coppia.
  • Problematiche di natura psicologica che, unite alla gestione e responsabilità della nuova creatura, possono comportare un acutizzarsi o rimanifestarsi.
  • Diffidenza nei confronti della cura del piccolo da parte della famiglia di origine del partner. Spesso uno o entrambi i partner diffidano dalle capacità delle figure di riferimento presenti nella famiglia di origine del partner (suocera, suocero, cognati) nella crescita del proprio figlio e questo potrebbe comportare un allontanamento sempre più ampio e una difficoltà ad affidarsi al partner ed affidare il pargolo alle cure dei familiari, incrementando così anche lo stress riguardo la gestione esclusiva del piccolo.
  • Mancanza di intimità nella coppia dovuta alla caoticità e agli impegni inderogabili che richiede il piccino.

Mi preme sottolineare che, dal mio punto vi vista, spesso queste difficoltà sono frutto di una problematicità pregressa della coppia non affrontata perché non visibile e/o non riconosciuta, che inevitabilmente emerge nel momento in cui si inserisce una responsabilità di cura costante di un essere umano completamente dipendente ed impotente.

Spesso mi capita di ascoltare parole come “abbiamo pensato di superare la crisi che avevamo facendo un figlio”, senza valutare che la gestione di un figlio è uno dei “compiti” più ardui che si possano vivere nella propria esistenza e che non potrà quasi mai comportare un miglioramento dell’armonia persa o ridotta.

I fattori protettivi per ridurre e affrontare la crisi

Le coppie, come tutte le dimensioni esistenziali, presentano aspetti negativi ma anche qualità che, se formalizzate, possono aiutare i due a cercare di affrontare la crisi nel migliore di modi e ad uscirne senza un aiuto esterno.

I maggiori fattori che ho potuto osservare nel mio studio in via Daniele Petrera 51/A e con cui ho potuto lavorare con i partner per aiutarli a migliorare l’equilibrio di coppia e di coppia genitoriale, possono essere:

  • La stima profonda e continuativa nei confronti dell’altro e di conseguenza, nei confronti dell’oggetto coppia.
  • La condivisione di un progetto di vita molto simile che presenta obiettivi realistici e coerenti con i bisogni personali e dell’altro.
  • Avere avuto una solidità di coppia precedente alla nascita del figlio.
  • Non essere soli da un punto di vista familiare (famiglia di origine di entrambi) ed amicale.

Stare insieme è un impegno costante, una scelta che viene svolta giorno dopo giorno e che presuppone la perdita di alcune caratterizzazioni individuali ma il guadagno di una dimensione nutritiva maggiore della dimensione di solitudine.

Se doveste avere difficoltà ingestibili, in modo autonomo, dopo la nascita di un figlio e/o durante la gravidanza, rivolgetevi ad un professionista che possa aiutarvi a trovare una strada limpida verso la soluzione migliore per entrambi e per la coppia.

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