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La disregolazione emotiva del disturbo borderline di personalità

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La disregolazione emotiva del disturbo borderline di personalità

Il disturbo Borderline di Personalità (BPD) presenta una rilevanza del 2% nel panorama mondiale, con un picco più alto per il genere femminile. L’incidenza più alta oscilla nella fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La complessità esistenziale ed interpersonale di una persona con BPD è elevatissima, probabilmente una delle più alte tra l’elenco dei Disturbi presenti nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali- 5 (DSM-5).

Vediamo insieme perché e quali sono le caratteristiche principali di questo disturbo contorto.

Cosa vive una persona con disturbo Borderline di Personalità

La sensazione di confusione, disperazione, minaccia costante del mondo e soprattutto incomprensione di sé è alla base del disturbo Borderline di Personalità. Una persona che presenta il BDP ha dentro sé un vuoto affettivo incolmabile, la descrizione che fornisco durante le consulenze presso il mio studio in Via Daniele Petrera 51/A, a Bari, è di avere di fronte un bambino estremamente spaventato che piange in modo inconsolabile. Con il termine inconsolabile intendo che la sensazione di minaccia del mondo e di sé stessi in relazione con il mondo è impossibile da placare nella mente di una persona con BPD, poiché è ingestibile, esagerata, auto ed etero distruttiva.

La complessità e criticità interpersonale e personale è data da un punto fondamentale: la difficoltà di regolazione emotiva autonoma, di conseguenza spesso si ha l’impressione di avere di fronte un adulto che presenta una difficoltà di autoconservazione e tutela di sé nel mondo al pari di un bambino impotente e dipendente estremamente spaventato ed abbandonato.

Di fronte ad una difficoltà di vita così alta, vien da sé pensare a quanto sia difficile per la persona avere a che fare con se stessa e quindi cercare con ordine e lucidità una auto regolazione comportamentale e affettiva. Per questo motivo la maggior parte delle persone che subiscono il disturbo, presentano un ventaglio di comorbidità (patologie e/o comportamenti problematici associati) come: un consumo eccessivo di alcol e/o droghe, una promiscuità sessuale non regolata, una paura estrema di essere abbandonati e quindi una incapacità di definire cosa sia buono e cosa no per se stessi e nel rapporto con il mondo, una disregolazione alimentare con possibili disturbi del comportamento alimentare associati, comportamenti autolesivi.

Queste caratteristiche non sono altro che strategie, disfunzionali, messe in atto in modo disperato in un contesto personale di vissuto estremamente minaccioso, al fine di cercare, in modo ovviamente fallimentare, un modo per allontanare la sensazione di dolore emotivo e di vuoto interiore sul piano affettivo che purtroppo vive la persona con BPD.

Quali sono i sintomi che si manifestano nel mondo e nella relazione con se stessi

I sintomi presenti principali della persona con BDP vertono in modo evidente su una invalidante instabilità emotiva ed affettiva, che caratterizza la relazione con se stessi e con il mondo esterno. Associato a questo la persona presenta una immagine di sé compromessa ed una continua oscillazione dell’umore seguita o anticipata da atteggiamenti impulsivi e non equilibrati in relazione con la situazione che si sta vivendo.

Per immagine di sé compromessa si intende che la persona non riesce ad avere una propria definizione stabile di se stessa, dei propri bisogni, delle proprie caratteristiche. È come se si sentisse perennemente in pericolo rispetto al continuo rischio di frammentarsi a causa delle vicissitudini più o meno piacevoli che può subire dal mondo esterno. Ecco perché descrivo i pazienti borderline come bambini disperati e spaventati, perché impotenti e dipendenti, e impossibilitati a difendersi dal e nel mondo.

Tre delle caratteristiche principali della persona con BDP sono:

  1. avere una immagine di sé tendenzialmente non integrata,
  2. presentare un meccanismo di difese da mettere in atto nel mondo e nella relazione con se stessi poco adeguate (come abuso di alcol e altre strategie definite nel paragrafo precedente),
  3. un esame di realtà incongruo e non sempre ancorato appunto, alla realtà circostante e all’immagine reale di sé. Per esame di realtà si intende la capacità che ogni adulto ha di rapportarsi con il mondo percependone i pericoli, i tempi di relazione, gli spazi, percependo se stesso e quindi integrandosi con se stesso e nelle relazioni interpersonale in modo sufficientemente adeguato.

Oltre a queste caratteristiche invalidanti, la persona con BDP può avere altri sintomi come:

  • Una sensazione costante di vuoto interiore (dettata anche dalla incapacità di avere una immagine di sé integrata);
  • Uno sforzo immane e disperato (inconsolabile) per evitare un potenziale, reale o assolutamente irrealistico abbandono (la persona mette in conto di riceverlo a prescindere dalla reale manifestazione di esso);
  • Un atteggiamento polarizzato nei confronti del mondo e di se stesso che oscilla tra un polo di estrema idealizzazione ad uno di estrema svalutazione;
  • Le caratteristiche descritte in precedenza messe in atto come strategia “salvifica” rispetto al dolore psicologico inconsolabile che si sperimenta (abuso sostanze, promiscuità pericolosa, abbuffate, digiuni, …);
  • Atteggiamenti autolesivi e orientati a gesti minacciosi messi in atto per attivare la preoccupazione nell’altro e quindi la vicinanza di esso;
  • Una estrema difficoltà di regolazione emotiva soprattutto ne confronti della rabbia e della impulsività, e di conseguenza ricorrenti scontri verbali e fisici, eccessi di rabbia improvvisi;
  • Un alto tasso di stress e di sofferenza che comporta a volte ideazioni paranoidee (paranoie sempre orientate su un versante depressivo, con idee deliranti come l’essere abbandonati, morire dal dolore e così via) e addirittura (per via dell’immagine di sé non integrata) anche sintomi dissociativi (correlati però anche all’abuso di sostanze).

Una sensazione, quella vissuta da persone con disturbo Borderline di Personalità, di estrema sofferenza costante e di impossibilità di placarla a meno che non si abbiano accanto persone che si prendano davvero cura di loro come se fossero impossibilitati a farlo da soli. È indispensabile però sottolineare che anche di fronte a caratteristiche di questo tipo, sul piano relazionale, gli sforzi per regolare l’affettività e l’espressione e il riconoscimento delle emozioni da parte del paziente risulteranno tendenzialmente irrisolvibili, nonostante un possibile aiuto da parte di una persona accanto.

Cause possibili del disturbo Borderline di Personalità

Alla base delle possibili cause dell’esordio della patologia borderline, possiamo individuare storie di abuso fisico e/o sessuale subìto durante l’infanzia e allo stesso modo situazioni instabili e incerte in casa sia sul piano affettivo che comportamentale.

Se dovessimo però andare a fondo e cercare di comprendere cosa esponga la persona con disturbo Borderline di Personalità a sentirsi sempre più minacciata nel mondo e sempre meno sicura, dovremmo ascoltare e prestare attenzione alla relazione significativa che ha avuto con le proprie figure di riferimento e quindi alla possibilità di avere accanto una figura che trasmettesse sicurezza, protezione, rassicurazione e sintonizzazione con i bisogni del proprio figlio. Questi comportamenti sono ciò che più è mancato ad una persona che ha sviluppato un disturbo borderline, perché principalmente ciò che ha percepito è stato un atteggiamento instabile e incostante, quindi minaccioso, da parte della figura di riferimento.

Non sto parlando dell’intensità di intenzionalità con cui è stato amato, quanto della sintonizzazione con i suoi bisogni e dell’impegno nel cercare di far sentire protetto e al sicuro il pargolo. Questa mancanza o, peggio, questa incostanza dettata da problematiche di natura relazionale tra i coniugi, psicologica da parte di uno o di entrambi, economiche e così via, se ripetuta nel tempo può provocare nella figura di un bambino completamente impotente e dipendente nei confronti dei propri genitori, una sensazione terrificante di angoscia e di paura estrema di morire senza la costante presenza dei propri genitori. In questo e per queste caratteristiche, si può osservare una manifestazione sempre più forte di vuoto, sofferenza esistenziale e paura abbandonica.

Trattamento del disturbo Borderline di Personalità

Ciò che più può aiutare una persona con disturbo borderline di personalità è sicuramente una iniziale ri-sintonizzazione con le sue paure, sia da parte del terapeuta, attento e impegnato nel comprendere la profondità del dolore subìto nell’infanzia, sia da parte della persona, per riattivare le sinapsi dell’individuo che si sentirà ascoltato e riconosciuto come non è stato possibile esserlo in passato.

Successivamente, con la presenza sicura, protettiva dello psicologo, la persona dovrà sperimentare nella relazione terapeutica una nuova e rassicurante idea di sé e della relazione con l’altro che gli permetterà di comprendere come le relazioni interpersonali non sono minacciose perché instabili, ma piuttosto selezionabili. L’obiettivo sarà integrare le parti della persona e aiutarla a definirsi in modo più solido nel mondo e nei rapporti, al fine di ridurre i meccanismi difensivi e disfunzionali messi in atto fino a quel momento.

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