Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)
Sintomi, conseguenze e terapie per Anoressia, Bulimia, Binge Eating Disorder e Diabulimia
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) - spesso erroneamente chiamati disturbi alimentari - si caratterizzano per l’ossessione costante e opprimente per il proprio peso corporeo, con un conseguente alterazione delle normali abitudini alimentari.
Si tratta di disturbi diffusi che non dovrebbero essere mai sottovalutati, poiché hanno conseguenze sulla salute e sul benessere psico-fisico della persona affetta. Magari è la salute di nostra figlia, di una sorella, di un’amica a preoccuparci; altre volte, il problema è nostro. Ma anche qui ci sono buone notizie: grazie alla ricerca scientifica, alle terapie e, soprattutto, al fondamentale supporto dei terapeuti, è possibile riacquistare equilibrio e mettere fine a questi disturbi, ritrovando il benessere. Tante persone ci sono già riuscite.
Cerchiamo insieme una soluzione efficace e adatta a te e al tuo benessere
Scoprire le categorie e le cause del disturbo alimentare è il primo passo. Possiamo classificare i disturbi del comportamento alimentare (DCA) in tre categorie:
- Anoressia nervosa: caratterizzata da una paura incontrollata dell’aumento del proprio peso corporeo. Questa paura comporta una riduzione della quantità di cibo ingerita (fino ad arrivare al digiuno) con conseguente dimagrimento visibilmente eccessivo della persona e scompensi organici e psicologici.
- Bulimia nervosa: la diagnosi del disturbo non è semplice poiché, a differenza dell’anoressia, spesso non si osserva una diminuzione del peso corporeo e la sintomatologia è tenuta nascosta dalla persona che ne soffre. Per poter diagnosticare la bulimia devono essere presenti diversi sintomi che sono:
1. Ricorrenti episodi di abbuffate, caratterizzati da una ingestione d eccessiva di cibo, più di quella che si ingerirebbe normalmente e da una sensazione di perdita di controllo durante l’episodio;
2. Comportamenti compensativi. Successivamente all’episodio di abbuffata, la persona avverte sensi di colpa per averlo fatto e ricorre a procedure compensative per evitare l’aumento di peso dato dall’abbuffata. Queste possono essere: il vomito autoindotto, una eccessiva attività fisica, il digiuno nei giorni successivi, l’utilizzo di diuretici e lassativi. - Binge Eating Disorder: il BED è un disturbo che presenta sintomi simili a quelli descritti fin ora con differenze nella manifestazione. Sono presenti:
1. Episodi di abbuffate che non sono seguiti da comportamenti compensativi;
2. Eccessiva paura e pensieri ricorrenti e di natura positiva riguardo la magrezza;
3. Mancanza, a differenza dei disturbi precedenti, di una dieta ferrea. - Diabulimia: si manifesta tipicamente in persone affette da diabete di tipo 1 che consiste nell’autogestire in modo disfunzionale l’erogazione della insulina per evitare di ingrassare e per perdere peso.
Cause dei Disturbi del Comportamento Alimentare
Le cause del disturbo del comportamento alimentare possono essere varie e differenti da persona a persona. La ricerca scientifica ha però sviluppato un modello multifattoriale che spiega la comparsa e il perdurare della patologia attraverso tre principali fattori di rischio:
- Il primo è costituito dai fattori predisponenti, fattori definiti anche genetici come ad esempio quelli ambientali (famiglia problematica, contesto poco funzionale), quelli genetici e quelli psicologici (ad esempio la vulnerabilità della persona che sviluppa il disturbo).
- Nel secondo modello troviamo i fattori precipitanti, che possono essere eventi o situazioni che provocano l’insorgenza del disturbo. Questi fattori possono essere sia paranormativi come un lutto, una perdita, una separazione, aggressioni, ma anche normativi e non eccessivamente gravi come un fallimento scolastico, la fine di una relazione di amicizia e/o di amore, un cambiamento di scuola.
- Infine, abbiamo i fattori di mantenimento che impediscono il ritorno alla normalità. Possono essere definiti come fattori psicologici, fisici e ambientali che mantengono quel circolo vizioso tipico del disturbo.
Altri fattori di rischio che possono incidere sulla manifestazione e il mantenimento del disturbo riguardano la personalità dell’individuo, la sua autostima, le difficoltà interpersonali, l’idea di perfezione da un punto di vista fisico e di performance e anche la presenza di familiari che hanno sofferto o soffrono ancora di un disturbo del comportamento alimentare.
Una minaccia al tuo benessere: le conseguenze dei Disturbi del Comportamento Alimentare
Perché non devi sottovalutare questi disturbi? La risposta è che essi causano una minaccia al tuo benessere pisco-fiscisco e sociale, con importanti ripercussioni sulla tua vita. Vediamo le conseguenze.
Le conseguenze del disturbo del comportamento alimentare sono diverse, accomunate tutte da una continua ossessione per il proprio aspetto fisico, la quantità di cibo da ingerire e per l’immagine che si ha di sé. Questo porta la persona che soffre di disturbi del comportamento alimentare ad allontanarsi dal mondo sociale, familiare ed interpersonale sia a causa della convinzione di non essere capita, che per nascondere i propri comportamenti che non potrebbe altrimenti spiegare.
Ad esempio, una persona con un disturbo del comportamento alimentare avrà difficoltà ad uscire con amici a cena, poiché non potrà giustificare loro il suo digiuno.
La soluzione: Terapia per Disturbi del Comportamento Alimentare
Tra le più efficaci terapie per i Disturbi del Comportamento Alimentare troviamo la terapia sistemico relazionale e familiare.
Un’alta percentuale di persone che sviluppano un disturbo del comportamento alimentare ha un’età compresa tra 15 e 25 anni, quindi adolescenti o giovani adulti che non hanno ancora attuato o stanno attuando un distacco dalla famiglia d’origine. Di conseguenza risulta necessario intervenire da un punto di vista psicologico e comportamentale su sistema familiare e relazionale della persona.
1 - Indagine sui sistemi familiari e relazionali
Durante le prime sedute iniziamo con una indagine sui sistemi familiari, relazionali, lavorativi della persona per comprendere meglio le dinamiche vissute da quest’ultima, cercando di capire se c’è stato un episodio scatenante che ha caratterizzato l’esordio della patologia.
2 - Terapia Sistemico Relazionale
Nelle sedute successive inizia il lavoro sulle dinamiche relazionali disfunzionali della persona e sull’incremento delle risorse e abilità che presenta per poter affrontare e superare i pensieri negativi prima di tutto, e dopo i comportamenti. Per questo motivo sarà necessario prendere in terapia tutto il sistema familiare poiché il cambiamento deve riguardare tutto il contesto di vita della persona per poter risultare efficace e duraturo.
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